Dopo aver inquadrato la
situazione ambientale e socio economica in corso che riguarda perlomeno il
mondo cosi detto “occidentale”, e che è rappresentabile come una forte fase di
cambiamento di paradigma e quindi delle persone che vivono nelle città ormai
“foreste urbane”, ci si sofferma su i quattro aspetti che caratterizzeranno le
trasformazioni urbane dei prossimi decenni. In particolare si ritiene che:
1)
i territori sono FORESTE URBANE: conseguenza
della crescita degli esseri umani, dell’invasione della terra;
2)
le citta’ saranno complesse: INTERDISCIPLINARI E
INTERFUNZIONALI: conseguenza della complessita’ ritrovata e trovata
consapevolmente
3)
le citta’ saranno governate dalle PERSONE:
conseguenza dell’evoluzione della cultura
4) le
citta’ saranno il luogo della CREATIVITA’: conseguenza dell’evoluzione
della storia
In particolare ognuna di queste
caratteristiche dovrà comportare approcci innovativi e un sostanziale cambio di
modalità gestionali e progettuali delle città. Pubblica Amministrazione,
imprese, imprese sociali si troveranno al tavolo della governance insieme con tutta la gente abitante della foresta urbana
ormai acculturata e sostanzialmente soddisfatta dei bisogni primari e quindi
“geneticamente” più pronta, capace e desiderosa di partecipare e proporre idee
e progetti per la propria comunità.
I territori
saranno sempre più FORESTE URBANE
in tempi di modernità liquida e di città-mondo, tutto avverrà al di fuori delle
mura perimetrali. Confini territoriali e immaginari non cingono più le polis di
un tempo, ma si confondono nell’ubiquità di un’unica città senza nome.
Territori postmoderni work in progress continui: foreste secolari che hanno
subito ondate di taglio selettivo o aree ricresciute ai margini, dopo
operazioni di “taglia e brucia” (“slash and burn”). In questo contesto di
cambiamento va rivisitato il vecchio obiettivo – come tanti altri - di
pianificare e realizzare città perfette e occorrerà :
·
dare residenza alla SPERIMENTAZIONE. La città
deve rendere trasparenti e open i processi di innovazione e divenire così un
sistema di Living Lab, laboratorio a cielo aperto dove sperimentare le nuove
soluzioni del vivere, con-vivere e produrre urbano.
·
praticare AGOPUNTURA URBANA. Promuovere
l’assetto urbano nelle piccole dimensioni sperimentando interventi di
riqualificazione dei quartieri secondo una logica previsionale e sostenibile
(ambientalmente, economicamente, e socialmente) di ampio respiro, capace di
coniugare committenza privata e ragioni del contesto sociale.
·
valorizzare il GENIUS LOCI. Costruire una via
tutta italiana all’idea di città intelligente: promuovere il passaggio dal
concetto di smart city a quello di senseable city, che non guardi al paesaggio
urbano esclusivamente come luogo dei consumi. Luoghi comuni come sensori e
attivatori dell’informazione e della comunicazione.
Ma la citta’ è
anche complessa: INTERDISCIPLINARE & INTERFUNZIONALE. Se per i processi di
produzione industriale è finita l’epoca fordista, anche per i processi di
intervento sul territorio si è conclusa l’epoca “ingegneristica” o
“economicistica” e anche “urbanistica”.
La complessità
delle interrelazioni tra le molte componenti necessarie per raggiungere
l’obiettivo di progettare , realizzare e gestire, richiede interventi capaci di
far interagire temi e specializzazioni diversi e al contempo l’obiettivo stesso
che si vuole raggiungere è integrato e interdisciplinare: non è più il
risultato di una cultura specialistica, ma un vero e proprio sistema, una rete
complessa di riferimenti culturali ed esperienziali.
L’interdiscipinarietà,
l’integrazione, la multiculturalità ovvero la complessità: la tecnica,
l’economia, la finanza, l’ambiente, il sociale, la comunicazione, la
psicologia. C’è una ricetta con gli stessi ingredienti per ogni intervento. C’è
una rete di interrelazioni e di informazioni che connette – di volta in volta
in forme, contenuti e tempi diversi – le componenti di un progetto e ne
consente la realizzazione.
Gestire -
vivere - produrre - muovere – sperimentare. Cinque momenti complici e
complementari per afferrare con mano complessa la città contemporanea. Temi che
entrano in una polifonia sollecitata da ciascun momento. Dove contenuto e
contenitore riflettono la stessa volontà di superare i recinti disciplinari per
accendere il dialogo, la partecipazione e il confronto. Per questo sarà importante :
·
afferrare il contemporaneo con MANO COMPLESSA e
rinunciare alla semplificazione: la complessità della fenomenologia urbana
reclama uno sguardo sistemico, l’interazione di competenze e specializzazioni
diverse, un approccio integrato e interdisciplinare. L’esito di un programma
complesso e di una strategia di interazione con i soggetti, le istituzioni, le
comunità, i gruppi che abitano e usano il territorio.
·
ASSETTO COMPLESSO. I processi di
riqualificazione e di pianificazione vanno gestiti con almeno due presupposti
di base:
o
Mobilità e residenzialità delle funzioni come
variabili di base;
o
Interessi e funzioni dei cittadini, delle
imprese, delle organizzazioni di volontariato e della amministrazione pubblica
come riferimento biunivoco continuo e permanente
Insieme alla
complessità, “dobbiamo liberarci dalla tendenza di considerare le città come
l’insieme dei loro edifici, e ricordare che la città è fatta di carne, non di
calcestruzzo.” Ci ricorda il sociologo americano Glaeser.
Quello che è
certo è che nell’epoca in cui siamo abbiamo bisogno nella governance dei territori della PARTECIPAZIONE.
Sono le persone insieme con le imprese, le imprese sociali, le amministrazioni
pubbliche, le protagoniste, il target, lo strumento, i beneficiari in corso e
finali di ogni attività, azione e intervento nella foresta urbana.
Siamo passati, nel clima
postmoderno, dall’urbanistica alla Mumford che aveva come parametro di
riferimento l’Uomo, alla gente. Conseguentemente occorrerà:
·
progettare in FORMA APERTA. Il progetto è
itineranza e mediazione. Obiettivo: cogliere e capire i germogli di vita
relazionale, rendere infrastruttura ciò che è stato suggerito dagli abitanti.:
·
rovesciare la PIRAMIDE. Chi tradizionalmente sta
alla base della vecchia dinamica top-down deve essere posto al vertice, per
esprimere bisogni e desideri ed esercitare consapevolmente il ruolo di
partecipazione e indirizzo.
·
dare spazio alla COMUNITÀ. La città è un bene
comune, abitata dal “noi” sociale.
·
condividere il PROGRESSO. La città come luogo di
sperimentazione e applicazione di nuove modalità partecipative alle attività di
progresso per un benessere sostenibile
·
INVESTIMENTI E RISORSE INTEGRATE tra le diverse
pubbliche amministrazioni che governano il territorio.
Tutti elementi
e caratterizzazioni quelle sopra sintetizzate che avranno un “loro perché” nel
momento in cui la città sarà un luogo di CREATIVITA’. Un luogo, uno spazio, un
territorio che prima vittima della delocalizzazione produttiva diviene ora
protagonista di localizzazione creativa. Recentemente Enrico Moretti ha
descritto l’importanza della città in quanto luogo per eccellenza della
creatività e dell’innovazione stante la localizzazione di persone che la
generano nelle università, imprese, comunità di interessi. Una localizzazione
che ogni volta che genera un posto di lavoro ad alto contenuto tecnologico ne
produce altri cinque nuovi.
Si tratta di
riconsiderare quindi la città e il suo contorno “forestale” come luogo della
creatività delle persone che si incontrano e quindi di creare le condizioni
perché ciò avvenga con continuità
Assistiamo
infatti da alcuni anni recenti al doppio fenomeno di imprese che tornano in
città (fine del funzionalismo urbano) e di imprese che cercano qualità e quindi
le persone capaci e preparate. Emerge quindi con forza la necessità di
implementare sia la presenza, sia la qualità e sia le interrelazioni tra UNIVERSITA’,
IMPRESE, SERVIZI PUBBLICI, CULTURA e
“allestire esperienze”. Il futuro è l’esperenzializzazione: la fruizione
di servizi tangibili e intangibili attraverso l’evocazione della città
immaginata e della città vissuta.
SINTESI DELL'INTERVENTO TENUTO IN OCCASIONE FRIULI FUTURE FORUM SUL TEMA DI "LE ESPERIENZE DI TRASFORMAZIONE URBANA CHE CAMBIERANNO LE NOSTRE CITTA’" - Udine 19 novembre 2013
http://www.friulifutureforum.net/futureforum/iv-settimana/
In questo contesto si è tenuto a Roma pochi mesi or
sono la Conferenza internazionale “La
città senza nome. Foreste Urbane” a cura del CENTRO INTERDISCIPLINARE DI
RICERCA SUL PAESAGGIO CONTEMPORANEO (www.cittasenzanome.org) e
dell’Associazione ITALIA 2020 (www.associazioneitalia2020.it) dove si è cercato di fare il punto sulla situazione che, partendo da
una serie di presupposti derivanti da un approccio sistemico e
interdisciplinare, ha portato a delineare alcune linee di tendenza che qui sono
citate nei diversi temi. L’iniziativa è stata ideata e curata da Fulvio
Caldarelli, Claudio Cipollini e Maurizio Rossi.