Come trovare un equilibrio pur se labile per vivere nelle foreste urbane che si stanno espandendo a ritmi vertiginosi su tutta la Terra? Come a fronte dei cambiamenti sociali, economici, antropologici e tecnologici in atto senza aspettare o arrendersi? Ci sono alcune cose, tra le tante, fattibili da subito? Empatia, educazione civica, cultura digitale, città accoglienti e non solo smart-tecnologiche, sostenibilità integrata, condivisione tra imprese, imprese sociali e amministrazione pubblica. Di questo e altro parlo nel mio contributo nel nuovo libro uscito in questi giorni.
http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=22145&Tipo=Libro&titolo=Territori%2C+citta%2C+imprese%3A+smart+o+accoglienti%3F++
lunedì 13 ottobre 2014
domenica 5 ottobre 2014
DISMETTERE IL PATRIMONIO PUBBLICO PER RIQUALIFICARE LE CITTA' E INNOVARE LE IMPRESE
Da ormai molti anni in ogni fase
di crisi acuta delle finanze pubbliche si riaffaccia l’ipotesi di vendere i
beni immobili e mobili di proprietà per incassare somme ingenti e ripianare
così debiti ovvero fare
investimenti per lo sviluppo. E’ un tema toccato per le prime
volte agli inizi degli anni 90 dalla Ferrovie dello Stato per esempio, per
ripianare il conto economico strutturalmente in passivo causa gli elevati costi
delle infrastrutture. Progetto poi arenatosi tra tangentopoli e l’incapacità di
gestirlo e di valutarne i benefici e i vantaggi .
Ormai il tema è di
attualità da almeno 20 anni e ci sono state varie proposte di dismissione e valorizzazione (dalla proposta Guarino, alla creazione della
Patrimonio s.p.a, fino alla costituzione di una SGR con
partecipazione di privati.
Il rischio è di farne
solo un’operazione di pura finanza e contabilità arricchendo il pubblico (si spera) e il privato
(certamente) solo in termini monetari e a breve termine, tralasciando gli
effetti innovativi, ambientali e sociali sia nel breve che nel
medio-lungo periodo.
L'opportunità è
invece che integrando i vari aspetti (finanziario, innovativo, ambientale e sociale), cosa peraltro necessaria e obbligata stante la complessità dell’operazione, sia possibile e doveroso ottenere sia adeguati rientri finanziari per le casse pubbliche, sia incidere fortemente sui processi di rigenerazione e riqualificazione urbana e di innovazione del sistema imprenditoriale collegato.
Per questo occorre analizzare il patrimonio immobiliare principalmente secondo la sua localizzazione e
determinarne i criteri di valorizzazione e relative destinazioni d’uso
urbanistiche secondo criteri di compatibilità e sostenibilità economica,
sociale e ambientale quali:
1- Vicinanza rispetto a servizi e
infrastrutture di mobilità e trasporto
Recenti studi
hanno dimostrato come il costo di un metro cubo di uffici e commercio possa
arrivare a diminuire intorno al 20% se realizzato in prossimità (1 km) di
stazioni di ferrovia e metropolitana urbana grazie alla minore incidenza di
inquinamento e di incidentalità dovuta alla diminuzione di traffico su gomma
causata dagli utenti e addetti attratti dagli spazi. A tal proposito va tenuto presente che tutto il patrimonio
immobiliare anche dismettibile delle Ferrovie dello Stato è localizzato naturalmente
presso stazioni ferroviarie e che a loro volta sono localizzate in aree
centrali e semi centrali e quindi di pregio e valore attuale o facilmente
determinabile, così come sono localizzate in aree centrali e semi centrali sia
gli immobili della Difesa, così come le sedi di molti uffici statali e
comunali. Tutto ciò dovrà pertanto determinare di premiare attraverso maggiori
cubatura tutti gli immobili localizzati presso snodi di interscambio di
trasporto pubblico e invece disincentivare la realizzazione di nuovi o il riuso
funzionale di immobili localizzati in aree difficilmente servibili da trasporti
pubblici su ferro. Non come è stato fatto a Roma -Tiburtina realizzando una stazione vecchia concettualmente e lasciando libere aree invece ottimali per concentrare funzioni pubbliche e commerciali stante la presenza di linee di metropolitana, di ferrovia locale, di ferrovia nazionale e di alta velocità e di bus urbani, regionali e nazionali.
2- Mix funzionale di almeno tre destinazioni
d’uso
Altro fattore
di arricchimento e sostenibilità dovrà essere quello di non consentire di
realizzare grandi cubature monofunzionali rischiando così di facilitare la
mobilità urbana invece di contenerla e diminuirla per gli effetti inquinanti e
economici che determina.
3- Edilizia verde
Ultima
caratteristica fondante dovrà essere quella di normare l’obbligatorietà di
realizzare o riqualificare gli immobili esistenti con materiali ecocompatibili
e impianti di energia rinnovabili, impedendo qualsiasi altra scelta.
Le tre caratteristiche fondanti
non avranno nessuna incidenza sull’attrattività degli investitori e sulle
rispettive redditività poiché i costi supplementari di investimento derivanti
dai punti 2 e 3 e quelle derivanti dai punto 1 per il pubblico, saranno
bilanciati dalla quantità di cubatura realizzabile. In altra parole sarà preferibile
aumentare il cubaggio dell’esistente e del nuovo se localizzato secondo le
caratteristiche del punto 1 a fronte dell’assicurazione di realizzare edifici
con le caratteristiche di cui ai punti 2 e 3.( il tutto ovviamente preceduto e
verificato attraverso un adeguato studio di fattibilità e sostenibilità )
Il risultato finale entro i
prossimi 10 anni sarà allora di aver contribuito – come mano pubblica – a
riqualificare le città italiane e renderle più sostenibili e vivibili,
dotandole nel contempo di servizi e funzioni moderne e innovative, creando
anche un indotto nei settori industriali
e produttivi di materiali ecocompatibili di energie rinnovabili. Incassando comunque le somme necessarie a contribuire a risolvere il debito ovvero aumentare gli investimenti pubblici.
domenica 1 giugno 2014
ANNOVAZIONE
Dicesi annovato/a, annovazione e annovare colei e colui, la cosa che e
l’azione che non intende, comprende e consapevolizza la capacità e la
possibilità di cambiare un assetto dato per migliorarlo e renderlo pertanto più
adeguato alle funzioni che dovrebbe svolgere.
In particolare l’annovazione è caratteristica di coloro,
singoli o gruppi di persone, che non riescono a concepire nessuna innovazione e
mantengono lo status quo non in quanto semplice e pura conservazione, ma per
l’impossibilità di poter concepire qualsiasi mutamento o comunque anche
qualsiasi azione di conservazione tendente a migliorare la situazione data.
Generalmente è causata da
ignoranza culturale, ma anche da problemi di ordine psicologico che determinano
il blocco di ogni pensiero tendente al cambiamento.
L’annovazione si differenzia dalla conservazione per l’assoluta
immobilità del pensiero e quindi dell’azione, che invece nella conservazione è
data per mantenere e conservare nella convinzione di migliorare.
Solo per fare qualche esempio
attualmente sono colpiti in maniera profonda da annovazione i gruppi di persone che lavorano per la Pubblica
Amministrazione che sanno solo ricordare quello che fanno, ma non quello che
potrebbero fare per migliorare le funzioni a loro delegate e pagate; i singoli
o gruppi di imprenditori, artigiani e commercianti, liberi professionisti e
consulenti vari che non riescono a cambiare i loro processi di produzione di
beni e servizi con l’uso di approcci sistemici e tecnologie adeguate a causa di
paura e ignoranza; singoli e gruppi di politici, intellettuali e pseudo
accademici, nonché giornalisti che ancora fanno finta di ricercare il nuovo
modello di sviluppo economico e sociale,
ovvero domandano agli altri che fare senza essere consapevoli di dove
sono.
Tutte queste categorie di
persone, causa l’annovazione,
continuano a difendere le loro posizioni più che corporative e sono quindi
ovviamente destinate a scomparire malgrado le azioni di difesa che continuano a
fare.
In questo periodo, ma ormai da
almeno 25-30 anni, l’Italia è invasa da annovatori.
P.S. Si ricercano innovatori.
P.P.S. Qualcuno (Renzi) sta tentando di cambiare l'aria. Qualcosa di nuovo si respira.....ancora è poco
P.P.S. Qualcuno (Renzi) sta tentando di cambiare l'aria. Qualcosa di nuovo si respira.....ancora è poco
giovedì 22 maggio 2014
FORESTE URBANE E SMART CITIES: UNA GESTIONE COMPLESSA PER UNA SOSTENIBILITA’ INTEGRATA
Nuove foreste stanno
invadendo la Terra: sono le foreste urbane che, almeno in Europa, e non solo,
sono un unicum tra città e territorio. Le vecchie periferie si sono trasformate
in altre città e paesi autonomi, ma interrelati. E’ un quadro di riferimento
che rivoluziona l’approccio alla gestione delle aree urbane e che vede nella
continuità, complessità e sistematicità i punti di riferimento su cui basare le
nuove sfide della sostenibilità, nelle quali anche le tecnologie possono e
devono svolgere una funzione importante, ma non da sole. Una continuità
spaziale e temporale, un approccio e una gestione sistemici del gestire i
processi e quindi conseguentemente nel realizzare e manutenere interventi. Sono
foreste abitate da un genere umano, ormai Homo urbanus, che andrà sempre più
verso un sistema di relazioni che da sole creeranno condizioni di progresso. Si
dovranno allora costruire nuove alleanze tra molte discipline e dove le
tecnologie avranno un ruolo spesso “orizzontale”, ma mai totalizzante. Peraltro
ciò avviene in un’epoca caratterizzata incertezze diffuse e mancanza di norme
di comportamento condivise. Non è un mondo dove tutto funziona secondo leggi,
idee ed emozioni perfette; al contrario, è un mondo dove la materia è energia,
dove non c’è nulla di determinato e l’unico elemento certo e indifferibile è il
tempo. Cosa ci sarà domani? Qualcuno ha presunto di saperlo, ma ha fallito
miseramente. Nello specifico dei temi sociali e economici i nuovi riferimenti
sono basati sulla certezza improrogabile di reinventare il capitalismo
integrando il concetto di progresso economico e progresso sociale e considerandolo
un obiettivo unitario e integrato.
In questo contesto si
delineano alcune linee di tendenza per la gestione della città “fatta di carne e non di calcestruzzo”
(Glaeser), ovvero un’autentica esperienza urbana. Non più “manuali”, ma “blog
esperenziali”, piattaforma in costante divenire, che potrebbe partire da alcune
linee di tendenza tra le quali:
·
VALORIZZARE L’IDENTITA’ E IL GENIUS LOCI, promuovendo il passaggio dal
concetto di smart city a quello di senseable city.
·
PROGETTARE IN FORMA APERTA.
·
PRATICARE AGOPUNTURA URBANA, promuovendo l’assetto e la riqualificazione
urbana nelle piccole dimensioni sperimentando interventi .
·
VALORIZZARE I “CONFINI DI COMPETENZA” per tematica (mobilità, welfare,
istruzione, ricerca, ecc) , eliminando conseguentemente i confini amministrativi
tra Regioni, Comuni.
sabato 18 gennaio 2014
ROMA FUTURA QUAL'E'?
Poche immagini per illustrare quello che Roma non vorrei fosse nell'avvenire.
Piazza del Pantheon oggi alle 14,30 18 gennaio 1014 (???) un vero e proprio "casino" (qualsiasi altra parola generalmente utilizzata (da suq a bazar sarebbe indegna a ricordo del loro fascino). Venditori abusivi (almeno una decina!), venditori ambulanti belli fissi davanti al prospetto principale del Pantheon, carrozzelle di cavalli parcheggiate tranquillamente e puzzolentemente sempre lì davanti e per ultima l'auto della Polizia di Roma Capitale arrivata al momento con il relativo fuggi, fuggi degli abusivi e ben parcheggiata sul lato destro del prospetto a fare la "giusta simmetria" con l'ambulante "legale".
Ma sono tutti impazziti?????? Esiste un articolo del codice penale per "incasinamento di città storica, d'arte e sacra"?
L'area del parcheggio della Camera dei deputati di Piazza del Parlamento frutto di un bombardamento dell'ultima guerra (quella finita quasi 70 anni fa !), oggetto di un concorso negli ani 70 dello scorso secolo e ancora lì abbandonata alle auto dei parlamentari senza che nessuno abbia avuto il coraggio di pensare , ideare e creare un intervento architettonico di recupero dal parcheggio a altre funzioni compatibili e non solo.
Piazza del Pantheon oggi alle 14,30 18 gennaio 1014 (???) un vero e proprio "casino" (qualsiasi altra parola generalmente utilizzata (da suq a bazar sarebbe indegna a ricordo del loro fascino). Venditori abusivi (almeno una decina!), venditori ambulanti belli fissi davanti al prospetto principale del Pantheon, carrozzelle di cavalli parcheggiate tranquillamente e puzzolentemente sempre lì davanti e per ultima l'auto della Polizia di Roma Capitale arrivata al momento con il relativo fuggi, fuggi degli abusivi e ben parcheggiata sul lato destro del prospetto a fare la "giusta simmetria" con l'ambulante "legale".
Ma sono tutti impazziti?????? Esiste un articolo del codice penale per "incasinamento di città storica, d'arte e sacra"?
sabato 4 gennaio 2014
DA ROMA A NEW YORK FINO A SHANGHAI: CONSERVARE LA STORIA O FARLA ?
Vivere, girovagare e lavorare a Roma, New York e Shanghai dopo un po di anni ti trasmette la netta sensazione di percepire simultaneamente il passato, il presente e il futuro.
IL PASSATO E IL PRESENTE
Roma è ormai da troppi anni una città che tende solo a conservare l'identità e la visione del suo passato, della sua storia gloriosa, dei suoi monumenti e della sua arte. Beni culturali fondamentali per la storia non solo della città, ma dell'intero mondo occidentale. Unico territorio dove sono nate due civiltà e dove si sono create due storie artistiche , che ancora però rimangono il simulacro di un passato che non c'è più. Un passato che non riesce neanche a divenire la base per disegnare un futuro plausibile e degno di cotanta storia, ma solo "copiato" da altri per trarne profitti e immagine. Rimane solo il tentativo di conservare e congelare tutto, resuscitando ogni tanto qualche vecchio progetto ultradecennale (per ultimo quello dei Fori Imperiali) senza mai avere il vero coraggio di rompere e innovare, avere una visione della comunità, darsi una missione e un obiettivo. Ferma sulla soglia dell'imbalsamazione, a mala pena rimane una meta turistica, una città che dovrebbe essere la meta turistica e perché no culturale e scientifica perlomeno per la sua storia politica, culturale e artistica.
New York, capitale dell'impero americano e concentrato del mondo del XX secolo, cullandosi del suo ormai secolare passato si autocelebra e autorigenera trovando sempre la strada per rimanere polo perlomeno del mondo multipolare che si va consolidando, centro della finanza occidentale con Londra, ma anche centro di innovazione e di cambiamento alla conquista di qualcosa che talvolta neanche si sa dov'è (viva il coraggio!). In 10 anni ricostruisce il suo simbolo, sfidando ancora il suo futuro, dove immigrati di una volta diventano ancora una volta i leader esaltando l'integrazione razziale e culturale.
Shanghai, nuovo polo d'oriente costruisce giorno per giorno la sua sfida al mondo integrando innovazione e conservazione di un Paese che ha una storia e una civiltà ultramillenaria partita da basi diverse da quella occidentale e destinata a esserne parte essenziale e integrante con la sua visione olistica e dinamica della realtà, da noi separata e riduzionista e solo da poco sistemica e complessa. Una comunità che cerca con determinazione e capacità di trovare il proprio destino tra le contraddizioni clamorose e le visioni "folli" di un Paese ormai secondo al mondo. Un Paese che vuole diventare un polo forte e riconosciuto, innovatore e ricco dove nei prossimi 10 anni ben 400 milioni di persone andranno a vivere in città! Follia o realtà?!
IL FUTURO O L'AVVENIRE?
New York e Shanghai hanno disegnato, disegnano ogni giorno e lavorano per il proprio avvenire giusto o sbagliato che sia. Roma no. Roma lavora per conservare il proprio presente che di per se non esiste e continua a immaginare un futuro che non realizza e che quindi non avviene.
Proprio qui va cercata una strada possibile per la nostra città: una possibile visione dell'avvenire, di quello che riusciremmo a realizzare concretamente. E' molto difficile e complicato: gli interessi si sono consolidati e quasi imbalsamati. Quello che New York ha fatto in 11 anni (in questi giorni si apre il primo nuovo grattacielo del WTC) , Roma non riesce a fare da ben 14 anni e solo - forse- tra 1-2 anni avremo "La Nuvola" il nuovo palazzo dei Congressi all'EUR. Shanghai intanto di simboli architettonici, di metropolitane e di strade urbane ne ha realizzate a decine in questi stessi anni. Tutto ciò non vuole essere la dimostrazione, ma solo la metafora di come approcciamo in questa città il nostro avvenire e di come non riusciamo a rompere vecchi schemi che neanche i migliori sindaci degli ultimi 30 anni sono riusciti a scalfire.
Forse allora ci dobbiamo arrendere e aspettare con pazienza che si creino le condizioni per il cambiamento. Intanto, nell'attesa, continuiamo a progettare un domani che non sappiamo quando arriverà, un futuro agognato, facendo rete e continuando a innaffiare quello che ora appare come un deserto di idee e innovazione.
Buon 2014!
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