sabato 29 dicembre 2012

APRI LA SCATOLA! (open the box) …e troverai foreste urbane intelligenti e imprese, cittadini e amministrazione pubblica innovati per un progresso sostenibile: Documento propositivo


l 31 ottobre u.s. si è svolto al Tempio di Adriano di Roma il Forum “Apri la Scatola” promosso dall’Associazione Italia 2020, insieme con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università Sapienza di Roma, gli Stati Generali dell’Innovazione e l’Istituto Luigi Sturzo.
Nel corso del Forum, diviso in due sessioni di discussione, la prima FORESTE URBANE INTELLIGENTI? e la seconda INNOVARE IMPRESE, CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PUBBLICA? esponenti delle istituzioni, delle imprese, della ricerca e dell’associazionismo hanno espresso le loro proposte per la modernizzazione attraverso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e anche digitale dell’Italia (Strategia Europa 2020), riempendo  la scatola dell’innovazione.
Dal Forum sono emersi i punti di vista e le proposte concrete dei protagonisti del mondo imprenditoriale, scientifico, tecnologico e istituzionale che sono confluiti all’interno del documento propositivo che trovate in allegato, che è stato inviato agli organi di Governo nazionali e locali, alle istituzioni interessate e ai media.

giovedì 27 dicembre 2012

TROPPO STATO, TROPPO PRIVATO O POCO SOCIALE?


La proposta di programma Monti secondo Alesina e Giavazzi, oggi sul Corsera, sarebbe troppo Stato dipendente e  non prevederebbe privatizzazioni adeguate nella sanità e nell’università, e addirittura per la Cassa Depositi e prestiti, ricordando peraltro la fausta (a dir loro) privatizzazione dell’IRI negli anni novanta. Non voglio entrare qui nello specifico del si o del no alle loro proposte (sarebbe facile ricordare come pubblico non è solo corruzione e inefficienza, così come privato non è solo coraggio, efficienza e qualità, specie in Italia). Ma quello che lascia allibiti e attoniti e la totale mancanza di un qualsiasi ruolo del terzo settore, del volontariato, delle imprese sociali che specie nel welfare, ma anche nella scuola potrebbero dare un sostanziale supporto al progresso e al benessere degli italiani. Eppure  l’Agenda Monti gli da un peso significativo. Un esempio per tutti sul tema delle donne e della necessità di una maggiore conciliazione dei tempi di vita e lavoro: gli asili nido, ma anche le elementari e le medie. Perché non lasciare aperte le scuole 12 ore al giorno per 12 mesi all’anno impegnando cooperative sociali nel dopo scuola? Grandi risparmi per le famiglie, utilizzo adeguato del patrimonio immobiliare scolastico, nuove entrate per lo Stato dall’uso dei locali e dal fisco. Ma oltre al ruolo strategico del sociale Alesina e Giavazzi non citano, ne prendono in considerazione, pur nella brevità dell’articolo, concetti come quelli di sussidiarietà, condivisione, collaborazione, responsabilità, insieme a empatia, reti, ma anche a cambio di paradigma e fine del comunismo così come del capitalismo che pure sono nei testi  dei maggiori filosofi, economisti, sociologi, antropologi che si occupano dell’evoluzione dell’umanità pur con tagli e linee diversificate (tra i vari ricordo velocemente Porter, Kramer, Bruni, Morin, Severino, Bauman, Tapscott, Rifkin, Zamagni, ecc. ecc.). Solo numeri che devono tornare e l’economia che continua a presumere di saper governare il progresso dell’umanità e in specie di quella italiana. E’ un’impostazione moderna e appunto vecchia. Complessità, emotività, postmoderno e neorealismo, sostenibilità integrata, sussidiarietà,; Alesina, Giavazzi, forse vi dobbiamo rottamare anche a voi!

domenica 16 dicembre 2012

LA CINA CI AMA , MA NOI NON LO SAPPIAMO

Sono appena tornato da Shanghai in Cina dove sono andato per lavoro, ho incontrato il Ministro del commercio e dellinnovazione della municipalità e 3 fondi di investimento.
Visti e sentiti da laggiù siamo proprio un Giano bifronte:

   imbarazzanti come Paese  perchè i cinesi sono curiosi di sapere cosa ci sta accadendo, chi ha il potere di decidere, cosa vogliamo fare e le risposte non ci sono; anzi si parte handicappati e la risposta che sono riuscito a trovare è stato solo quella di dire che è nei momenti di crisi che occorre investire per riavere le opportunità di ripartire. E il bello è che dopo ho scoperto che l'ideogramma cinese della parola crisi presenta due simboli: quello della paura e quello dell'opportunità!

   eccellenti e ammirati come singoli e come modo di essere e vivere perché chiedono e vogliono le nostre persone, imprese, storie, prodotti e servizi, beni culturali e naturali, il nostro stile di vita. Vogliono "copiare" la nostra capacità creativa, hanno bisogno di esperienze e culture che li aiutino a riempire di contenuti i loro spazi fisici e virtuali per continuare a crescere, hanno necessità di apprendere sistemi di sviluppo e gestione più raffinati e complessi che gli consentano di rendersi autonomi dall'innovazione occidentale.

E certamente eccellenti sono i 28 casi di imprese, organizzazioni non profit, amministrazioni pubbliche raccolti girando l'Italia da PRIMA PERSONA (http://www.primapersona.eu/italiaviva/ ), casi singoli in un Paese in difficoltà, un Paese che ha ancora troppi casi di morte annunciata e si permette, per esempio, di rimandare al mittente 50 milioni di di investimenti in quel di Nardò in Puglia, perché chi avrebbe voluto investire viene dalla Gran Bretagna e lo ha deciso in base al Piano Regolatore Generale e non consultando la classe politica attuale: un caso -come molti altri- dove politica e burocrazia fermano tutto e che in questo modo rischiano di portarci in fondo al pozzo.
Casi singoli che occorre mettere in rete e a sistema se vogliamo avere qualche chance di ripartire per raggiungere nuovi traguardi per un progresso sostenibile e non solo e più mero sviluppo e crescita di quantità.
E allora l'augurio è che questi 28 casi, insieme alle altre centinaia, migliaia che certamente esistono diano colore, passione, vita e diventino sistemi e sistema per sare un senso a quei numeri dettati nel Programma Nazionale di Riforma per l'Italia del 2020 per cui siamo impegnati con l'Europa tutta, insieme a progetti credibili e sostenibili per divenire un Paese eccellente e ammirato. Un Paese eccellente poiché sistema di eccellenze e non tale per una politica che pretende di disporre e di dettare dell'eccellenza. Quella politica non ci può più essere. Non c'è mai stata.