giovedì 14 gennaio 2016

MASTERPLAN DEL MEZZOGIORNO: UN’OPPORTUNITA’ PER I TERRITORI




A cura di Claudio Cipollini


Il Governo ha pubblicato lo scorso novembre le Linee Guida per il Masterplan per il Mezzogiorno. Nel documento, pur nella sua brevità, ci sono input chiari, da rendere esecutivi e operativi e grandi opportunità sia generali sia specifiche. Si tratta solo di aspettarne i tempi, legati molto anche agli accordi con le Regioni e le Aree Metropolitane che saranno pronti entro dicembre di quest’anno. Nella presentazione del Masterplan si parla espressamente di “un’introduzione aperta ai contributi che verranno da tutti coloro che vogliono scrivere con noi una pagina nuova per il Mezzogiorno d’Italia. Insieme la volontà dichiarata dal Governo di voler portare avanti “un progetto che non cala dall’alto le soluzioni ma fa leva sulle capacità e sulla voglia di mettersi in gioco dei cittadini e delle istituzioni meridionali”.
Per questo URBANISTICA INFORMAZIONI ha previsto una sezione nella quale ha raccolto una prima serie di contributi settoriali e di riflessioni che provengono dalle sezioni INU della Calabria e della Sicilia. L’obiettivo è di costruire un quadro complessivo, da "consegnare" come contributo dell’INU al Masterplan per il Mezzogiorno. 
In particolare di seguito trovate una serie di contributi legati da un “filo rosso” che è quello che tesse e cuce le condizioni alla base di un qualsiasi obiettivo di sviluppo: la visione politica (Gianni Pittella), la pianificazione strategico-manageriale (il sottoscritto), la mobilità (Francesca Moraci), il digitale (Del Pino) e la classe dirigente (Cinzia Rossi). Insieme due contributi regionali, uno che racconta l’esperienza e la valenza della rinascita dei centri storici in Calabria e l’altro che si focalizza sulle prospettive regionali in Sicilia.
Ne esce un primo quadro della situazione che conferma e rimarca l’importanza e la necessità di avere una vision politica per poter operare bene. Il nostro occhio e la lente con cui osserviamo ciò che accade devono saper guardare oltre, devono avere capacità di interpretare le direzioni di marcia che storia, cultura, geopolitica e geo economia ci indicano inequivocabilmente.

 Una vision (prevista nei Patti con le Regioni e le Aree Metropolitane dal Masterplan pur se focalizzata sugli interventi) che dovrebbe però essere più partecipata e condivisa tra gli attori (imprese, imprese sociali, pubblica amministrazione e cittadini) anche per dare un contributo a una maggiore coesione sociale. Per farlo indispensabile operare da subito e con urgenza per ridefinire le cosi dette condizioni di base quali una mobilità adeguata agli obiettivi di sviluppo con un solido piano per le infrastrutture e una riforma urbanistica che riallinei le leggi urbanistiche regionali su principi e tempi comuni e costruisca una coerenza programmatica. Insieme maggiori competenze digitali, porta per fare innovazione  a tutto tondo.  Tutto fattibile in teoria se però si riesce a dotarsi di una governance adeguata agli obiettivi e ad avere una classe dirigente coraggiosa e culturalmente innovativa.

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