lunedì 14 settembre 2015

LA COMPLESSITA' NELLO SVILUPPO LOCALE

Ancora una volta occorre notare come qualunque progetto di sviluppo di locale non possa basarsi su una sommatoria di elementi tra loro separati o – ancor peggio – su un progetto tecnico che da solo dovrebbe giustificarne la necessità, o su un’analisi costi e benefici, la cui redditività determini automaticamente la decisione (nel presupposto, scientificamente poco attendibile, che tutto sia quantificabile) o, infine, soltanto su una valutazione di sostenibilità ambientale. Al contrario, una procedura corretta ed efficace dovrebbe riassumere e sintetizzare, sotto l’aspetto tecnico e amministrativo, le varie tematiche, e costituire il frutto di un complesso sistema di interrelazioni tecnico-scientifiche e temporali che definiscano – mediante indicatori di carattere tecnico, economico, sociale e ambientale (e anche istituzionale come afferma Gaetano Esposito), e non solo – le caratteristiche del progetto da realizzare, adottando di volta in volta le metodologie più adatte al caso specifico, con un approccio “postmoderno”, flessibile e adattivo. Lo afferma chiaramente Edgar Morin il “sociologo della complessità”, quando definisce il principio della semplificazione e il principio della complessità:
Direi che il principio della semplificazione si fonda sulla separazione dei diversi domini della conoscenza; in questo caso, gli oggetti della conoscenza sono separati dal loro contesto. Si crede perciò di “conoscere” separando l’oggetto. Il primo aspetto della semplificazione è la separazione, il secondo è la riduzione: la conoscenza di un insieme di elementi viene ridotta alla conoscenza delle singole parti. Al contrario, il principio di complessità consiste nel mantenere intatto l’intreccio degli oggetti: distinguendoli, ma tenendoli insieme. Di conseguenza, ho cercato di sviluppare tutti gli strumenti necessari per tenere insieme gli oggetti della conoscenza come l’anello retroattivo, l’anello ricorsivo, la dialogica e così via.”
(intervista in Benkirane, La teoria della complessità, Bollati Boringhieri, Torino.

2007, pp. 23-4),

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